venerdì 16 settembre 2011

Consiglio Comunale a San Benedetto: il mio intervento in merito alla frazione e alla chiusura dell Ufficio Postale


Il Consiglio Comunale, convocato in seduta straordinaria con carattere d'urgenza, si è riunito presso la frazione di San Benedetto alle ore 18.00, nella piazza "Ex Spaccio".

Il Sindaco Luigi Perseu ha fatto il punto della situazione sul problema relativo alla chiusura dell'ufficio postale di San Benedetto. La comunicazione ufficiale relativa alla chiusura dell'ufficio è arrivata al Comune ben dopo che tale comunicazione fosse giunta a un correntista privato. Il Sindaco ha dichiarato che lui e la giunta hanno coinvolto i sindacati regionali, che non erano a conoscenza di questo problema, e scritto una lettera al direttore nazionale e al direttore regionale di Poste Italiane, nonchè al Ministero dello Sviluppo Economico, per fare in modo di poter scongiurare la chiusura dell'Ufficio Postale che se dovesse essere confermata porterà l'Amministrazione a prendere opportuni provvedimenti.

Marta Testa, capogruppo della lista civica "Iglesias In Testa" ed esponente di Sinistra, Ecologia e Libertà, si è espressa a nome di tutto il centrosinistra, garantendo la nostra piena disponibilità e collaborazione in quest'occasione di disagio, ma ha anche evidenziato il fatto che anzichè dover intervenire ogni volta per emergenze e portare avanti interventi simbolici, sarebbe meglio dare a San Benedetto prospettive certe attraverso una programmazione ed una concreta azione politica.

Durante il dibattito, a cui hanno partecipato come esponenti della Provincia di Carbonia-Iglesias l'Assessore all'Ambiente Carla Cicilloni e i consiglieri Madeddu e Rubiu, sono state espresse varie considerazioni e proposte fra cui valutare l'eventualità di far pagare a Poste Italiane S.p.A. un fitto a prezzo di mercato nei siti di proprietà comunale.
Inoltre è stato ribadito, come già fatto in sede di Consiglio Provinciale, che la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio, emanata il 15 dicembre 1997,stabilisce, nell’ambito delle politiche volte ad agevolare la circolazione di merci e persone all’interno dell’Unione Europea, che “Gli Stati membri garantiscono che Gli utilizzatori godano del diritto a un servizio universale corrispondente ad un'offerta di servizi postali di qualità determinata forniti permanentemente in tutti i punti del territorio a prezzi accessibili a tutti gli utenti.”
La norma, specifica alcune cose fondamentali:
• in primo luogo vincola gli Stati membri a garantire l’esistenza di un servizio postale universale;
• in secondo luogo stabilisce che tale servizio universale debba essere garantito su tutto il territorio

Il mio intervento in Consiglio ha avuto innanzitutto l'obbiettivo di chiarire il fatto che l'intervento di Marta Testa non aveva il fine di polemizzare gratuitamente, ma di evidenziare il fatto che solo una programmazione a lungo termine possa portare delle prospettive concrete per San Benedetto e per tutta Iglesias, e a tal proposito ci ha fatto piacere ricevere la comunicazione, da parte del Sindaco, che le linee programmatiche di mandato son state finalmente depositate.

Riporto parte del mio intervento:

“La frazione di San Benedetto, rappresenta uno degli ultimi figli sopravvissuti di una storia mineraria che è parte del DNA di ogni singolo cittadino Iglesiente e di tutto il Sulcis, una storia che ha lasciato dei segni tangibili e indelebili nel territorio così come nella vita e nella storia di tante famiglie.

Parliamo di un villaggio che ha vissuto da protagonista la gloriosa storia mineraria del territorio, un villaggio che è stato scenario e palcoscenico di entrambe le facce di una medaglia che da una parte mostrava lavoro e sviluppo, dall'altra condizioni di vita precarie, turni massacranti, sacrifici immensi, dolori e tutto ciò che i nostri padri, nonni e bisnonni hanno vissuto e ci hanno raccontato perchè tutto ciò non venisse mai dimenticato.

Quindi possiamo dire che San Benedetto è una testimonianza VIVENTE, a differenza di altre testimonianze importanti ma ormai tristemente deserte, di una storia mineraria che troppo spesso viene considerata una pagina già scritta, letta frettolosamente e già girata.

San Benedetto, dopo aver avuto l'illusione nel non lontano 1987 con la paventata costruzione, da parte della SIM, di una grande galleria camionabile, detta Rampa, che avrebbe raggiunto i vecchi cantieri...e che invece si è vista piovere dal cielo solo 3 anni più tardi la chiusura degli impianti, nonostante venissero prodotte 200 tonn. giornaliere di grezzo (con elevati tenori di zinco), si è vista chiudere con doppia mandata la porta dello sviluppo minerario, quello per cui era nata e l'unico per cui aveva vissuto ed è ancora in attesa di prospettive di sviluppo concrete che son state paventate ma mai messe veramente in atto.

Nonostante tutto questo, il villaggio minerario è sopravvissuto a differenza di tanti altri che si sono più o meno gradualmente estinti. Nonostante questo le famiglie dei minatori non si sono volute allontanare dal luogo in cui hanno vissuto tante gioie e tanti dolori, nonostante vedessero gradualmente il loro villaggio perdere la vitalità che l'ha caratterizzato per più di un secolo.

Ora queste stesse persone, persone per lo più anziane che portano nel cuore e nella mente tutto ciò, si vedono portare via pure un servizio essenziale come quello postale.
Stiamo parlando di un servizio che, documenti alla mano, era presente nel villaggio già nel 1907, all'epoca in cui la miniera era in pieno regime di attività ed era di proprietà della Società belga Vieille Montaigne, di cui possiamo ancora trovare i segni nei vecchi edifici minerari del villaggio. Un servizio che è di una importanza vitale in qualsiasi comunità, ma lo è ancora di più in virtù del fatto che la popolazione di S. Benedetto è costituita per lo più da anziani, che non possono farsi gli otto chilometri necessari per arrivare ad Iglesias per potere ritirare la pensione.

In merito a tutto ciò dobbiamo ricordare che Poste Italiane Spa, che ci terrei a sottolineare è controllata completamente dal ministero dell'Economia, non si è neanche presa la briga di avvisare l'amministrazione comunale circa questa decisione che è letteralmente piovuta senza notifica alcuna. Inoltre Poste Italiane Spa rappresenta un raro esempio di azienda in attivo, e quindi è a maggior ragione inconcepibile interrompere un servizio pubblico essenziale che già di per se è un diritto dei cittadini, dando come motivazione “i ridottissimi flussi di traffico che la caratterizzano”.

Quindi possiamo constatare e prendere atto che il problema e il disagio in questione non sono in realtà piovuti dal cielo, ma hanno una responsabilità precisa da attribuire al Ministero dell'Economia, ministero che fa parte di quello che probabilmente qualcuno qui presente considera ancora "il governo amico".
L'amministrazione comunale deve impegnarsi a mettere in campo tutte le iniziative possibili e immaginabili per scongiurare la chiusura di questo servizio, e tutto questo sia in virtù del fatto che è un servizio essenziale che deve essere garantito a tutti i cittadini italiani, sia per rispetto della storia del villaggio minerario di San Benedetto, che con tutte le sue vicissitudini, le sue lotte, i suoi morti e i suoi sacrifici non rappresenta nient'altro che l'immagine e l'emblema della storia iglesiente, la nostra storia.”

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