mercoledì 2 maggio 2012

Considerazioni sui Referendum Regionali del 6 Maggio.


Alcune mie considerazioni e riflessioni sugli imminenti referendum regionali:

1 - il mezzo del referendum, da che mondo è mondo, dovrebbe essere utilizzato per far decidere al popolo che posizione prendere in temi trasversali, che vanno aldilà della politica: aborto, caccia, nucleare, acqua, e così via. Qui si sta parlando invece di tematiche che vengono promosse da un "comitato del sì" che, a differenza dei normali referendum, è composto da gente che IN QUESTO MOMENTO è AL GOVERNO della Regione Sardegna, pagati la bellezza di migliaia di euro al mese per governarci... Ora: dato che c'è tutta questa trasversalità nello schieramento del sì, mi chiedo innanzitutto il perchè debbano far scomodare noi quando sono stati eletti e sono strapagati per governare e legiferare a livello di regione autonoma?

2) C'è una contraddizione infinita tra la questione relativa all'abolizione delle province e alla diminuzione del numero dei consiglieri regionali... come possono promuovere entrambe le cose in contemporanea? La Sardegna è una regione che è in condizioni pietose, e togliendo sia province che consiglieri si toglie RAPPRESENTANZA ai singoli territori...magari del territorio di Lanusei, facendo un esempio qualsiasi, non viene eletto nessun consigliere, e ce ne saranno decine di Cagliari. Risultato? Nessuno curerà gli interessi di Lanusei, promuovendo la politica dell'accentramento del potere e delle lobby a Cagliari e Sassari, come tra l'altro si sta facendo in ambito sanitario, universitario e in tanti altri. Quindi, per questo motivo, i quattro quesiti sull'abolizione delle province nuove non li condivido, soprattutto perchè rischieremo di rimetterci nelle mani di Cagliari che da sempre ha curato poco, se non ignorato, le esigenze del Sulcis Iglesiente.

3) Un referendum che viene spacciato per "diminuzione delle remunerazioni dei Consiglieri Regionali" in realtà, nel quesito sottoposto, dice una cosa diversa: chiede "vuoi tu ABROGARE la legge regionale che prevede il tetto massimo di remunerazioni dei Consiglieri Regionali?"...Quindi, rispondendo sì, non si sta dicendo di abbassare gli stipendi, ma di abrogare la legge sul tetto massimo delle remunerazioni...e da cosa verrà sostituita? Dove sta scritto che i sardi si esprimono per diminuire le remunerazioni? Dove sta scritto che questo tetto massimo non verrà addirittura aumentato?

4) Lo statuto sardo: in pratica ci si sta chiedendo di dire "sì" a mettere in mano ai sardi (coloro che l'altro ieri hanno votato in massa per mettere la Sardegna in mano a uno scagnozzo di Berlusconi) la riforma dello statuto della Regione...senza dare linee guida su come debba essere riformato!! In pratica è come se ci dicessero di annullare la costituzione italiana e rifarla daccapo, senza chiederci COSA METTERCI DENTRO. Dato che lo statuto va benissimo così com'è e il problema è solo che non viene applicato, e l'unico che ha cercato di farlo applicare, Renato Soru, è stato trombato dai sardi stessi che hanno voluto gettarsi ai piedi di Berlusconi, io non voto "sì" per dare nelle mani di quegli stessi sardi la possibilità di rifare lo statuto alla cieca, senza indirizzi e linee guida. Uno statuto c'è e andrebbe solo rispettato e applicato decentemente, ed è stato a suo tempo, elaborato da persone di ben altra levatura morale e caratura politica rispetto a coloro che occupano attualmente gli stessi posti.

5) Abolizione di consigli di amministrazione di enti ed entini vari: sulla carta potrei essere d'accordo, perchè c'è una spesa incredibile e si da spazio a trombati di vario genere...ma prendiamo un esempio qualsiasi: l'ente X. Mettiamo il caso che nel CDA dell'ente X ci siano dei referenti di varie lobby e interessi trasversali...con questo "sì", in pratica si dichiara di preferire che l'ente X sia gestito da una sola persona...e se questa unica persona fosse il re dei trombati? Stiamo mettendo un feudo in mano a una sola persona.

E' principalmente per queste motivazioni che, al referendum, mi asterrò.

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