venerdì 30 dicembre 2011

Passaggio del metanodotto GALSI nel territorio comunale di Iglesias: il mio intervento in Consiglio Comunale

Nella seduta del 29 Dicembre 2011 abbiamo avuto modo di discutere del passaggio, ai soli fini urbanistici, del metanodotto GALSI nel territorio del comune di Iglesias. Il passaggio in se riguarda poco più di 600 metri fuori città (nella zona di Barega-Tanì-Corongiu) ma in Consiglio si è colta l'opportunità di portare avanti un dibattito di più ampio respiro, che ha visto una perfetta sintesi nell'ordine del giorno che si è approvato a fine seduta, in cui si impegnano Sindaco e Giunta a ottenere delle garanzie in merito alla metanizzazione della nostra terra, alle caratteristiche del metanodotto e, in poche parole, a far sì che non si tratti dell'ennesima servitù a cui la nostra isola verrà sottoposta, ma si tratti veramente di un'opportunità in più.

Ecco l'audio del mio intervento in Consiglio Comunale in merito al GALSI:



Ecco il contenuto del mio intervento:

L’argomento GALSI è un argomento che personalmente trovo spinoso da affrontare. Da affrontare senza rischiare di cadere in uno “schieramento del sì” o “schieramento del no” che a volte hanno troppo il sapore di tifoseria da stadio. Ritengo personalmente che non ci siano stati dati elementi esasustivi e trasparenti sulle caratteristiche del progetto dal punto di vista dei benefici certi che dovrebbero ricadere sul nostro territorio, sui costi, sul fatto che una metanizzazione della nostra terra debba effettivamente avvenire e che porti reali benefici.

Non mi son sentito, ahimè, soddisfatto dai chiarimenti avuti dal “fronte del sì” così come non mi son sentito soddisfatto e convinto del tutto dalle obiezioni e dalle barricate erte dal “fronte del no”. I chiarimenti sarebbero dovuti venire, e in maniera decisamente esaustiva, aldilà delle “tifoserie”, da chiunque siano esse rappresentate, da chi invece ha veramente in mano la responsabilità di dare delle risposte.

Da una parte penso che il fronte del “no a prescindere” sia sbagliato, dato che stiamo dicendo no a tutto (al nucleare per motivi sacrosanti che non sto neanche ad elencare, alle pale eoliche perchè sono brutte, ai parchi fotovoltaici perchè occupano spazio, al gasdotto perchè è un tubo che attraversa per 300 chilometri la nostra isola...) ma continuando a dire “no” a tutto ci ritroviamo ancora, nel 2011, a dire a gran voce un “SI” al consumo dissennato dei combustibili fossili, che inquinano PESANTEMENTE e hanno costi elevatissimi. Mentre con l’utlizzo del metano si avrebbe un abbattimento sia dell’inquinamento sia dei costi energetici.

Dall’altra però le risposte del “fronte del sì” hanno molto il sapore di “pacca sulla spalla” per rassicurare che la Sardegna e i Sardi saranno avvantaggiati da questo metanodotto. Da cosa saranno avvantaggiati non si capisce, dato che la metanizzazione, a mio avviso, è tutt’altro che certa e dato che non è certo, a quanto mi risulta, l’impiego di imprese sarde per la costruzione del metanodotto...così come non son state progettate le giunture, così come non è garantita la reversibilità del flusso.
E qui i sardi dovrebbero essere veramente ben consapevoli, dovrebbero avere tutti gli elementi per valutare e dire un “sì” consapevole ad un progetto che comunque taglierà per quasi 300 chilometri in diagonale la nostra isola, che passerà attraverso siti archeologici, terreni agricoli, vigneti, aree marine protette, poseidonia e così via, per utilizzare una fonte energetica che non è comunque certamente avveniristica.

Detto questo, io francamente non mi ritengo convinto dal progetto e dagli effettivi benefici che arriveranno alla Sardegna e ai suoi abitanti...ma allo stesso tempo sono contrario all’impostazione delle “tifoserie del sì e del no” perchè non ritengo che mi siano stati dati gli elementi giusti per poter esprimere un parere favorevole o contrario, e senza che mi siano dati ho difficoltà a “schierarmi” per un sì o per un no legato esclusivamente a paure, convinzioni, supposizioni, rassicurazioni o quant’altro.

Ciò che i sardi dovrebbero auspicare, e ciò di cui a mio avviso si sente terribilmente la mancanza, è un progetto di sviluppo organico che ci porti a scelte che hanno un fine ultimo da perseguire. Un progetto per cui oggi non ci sono le condizioni, dato che il nostro status di regione autonoma sembra ormai tramontato e venuto meno sia a causa di una classe dirigente molto poco autorevole ed indipendente, sia a causa di uno stato centralista e ostile.

Noi oggi ci troviamo a discutere in questa sede del passaggio del metanodotto nel territorio del nostro Comune, e si tratta di un passaggio che riguarda una fascia di territorio irrisoria confrontata con quella di altri comuni dell’isola. Tuttavia noi in questa sede possiamo e dobbiamo arrogarci il compito di farci sentire come amministratori e come rappresentanti degli abitanti di Iglesias e del territorio per gridare a gran voce a chi ci governa a livello regionale e nazionale che i sardi vogliono risposte, i sardi vogliono certezze e non vogliono ancora una volta rassicurazioni verbali, vuote e imprecise. Dobbiamo chiedere a gran voce che venga garantito da chi di dovere che il metanodotto GALSI non si riveli come l’ennesima servitù a cui la nostra terra debba essere sottoposta, e che venga garantita nero su bianco la metanizzazione del nostro territorio e la costruzione di una rete di distribuzione locale, e dobbiamo anche chiedere garanzie CONCRETE che la costruzione di questo progetto mastodontico possa dare lavoro e un po’ di respiro a una terra che dal punto di vista lavorativo non è neanche più in ginocchio, ma sta affondando sempre più in basso.

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